Raffaele Cutolo sta morendo in carcere, l''appello di Rita Bernardini: è malato, liberatelo
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Raffaele Cutolo sta morendo in carcere, l''appello di Rita Bernardini: è malato, liberatelo  

02/03/2019 


Preoccupano le condizioni di salute di Raffaele Cutolo, l’ex boss della Nuova Camorra Organizzata in carcere da circa 40 anni. Cutolo oggi ha 78 anni ed è in regime di carcere duro. Nella sua vita, tranne un breve periodo di latitanza, ha trascorso oltre 50 anni dietro le sbarre.

Le sue precarie condizioni di salute sono state più volte denunciate nel recente passato. ‘O Professore è attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Parma dove nel gennaio del 2018 è stata vietata una visita ispettiva al partito Radicale nel reparto riservato ai detenuti al 41 bis.

Dei suoi problemi di salute ne aveva parlato la moglie, Immacolata Iacone, in una recente intervista, datata 31 luglio 2017, rilasciata al sito Stylo24: “Assume 14 pillole al giorno, ha problemi di diabete, la sua vista è seriamente minata, è affetto da una seria prostatite e l’artrite non gli dà quasi più la possibilità di muovere le mani”.

Nelle scorse ore a ritornare sulla questione sono gli stessi Radicali che attraverso la coordinatrice Rita Bernardini che nei giorni scorsi ha visitato il carcere di Fuorni di Salerno dove ha trovato una situazione allarmante.

Parlando poi con i giornalisti di Cronache del Salernitano ha lanciato la proposta dei Radicali per Raffaele Cutolo, ormai in fin di vita chiedendo: “una fine dignitosa fuori dal carcere. Come per tutti. Noi ci siamo occupati persino di Provenzano. Ci occupiamo di tutti perché la fine di una persona soprattutto in quelle condi­zioni non richiede certo la vendetta. Sono persone che si sono fatti decenni di carcere ed è chiaro che, soprattutto se hanno malattie gravi invalidanti, non possono essere curate e in quel modo la detenzione è un tipo di tortura, cosa da noi vietata anche se si fa così come si fa per chi si trova al 41bis”.

Una morte dignitosa “non solo per Cutolo ma per tutti, altrimenti sarebbe più serio legalizzare la tor­tura. In questo caso, infatti, si fa la tortura in forma ipocrita. Queste misure tipo il 41bis vengono giustificate con il fatto che questo carcere duro è dovuto al fatto che oc­corre impedire i legami con la criminalità organizzata per­ché questi che sono stati capi non diano più ordini. Questa è la giustificazione ma oggi ci sono mezzi tecnologici che potrebbero impedire questi collegamenti ma si usano come mezzo altre forme come il colloquio una volta al mese o l’isolamento. E proprio l’isola­mento ad essere una vera e propria forma di tortura che non si giustifica, secondo noi, con la finalità che si vuole raggiungere: troncare i le­gami con la criminalità orga­nizzata. Abbiamo promosso una proposta di legge per modificare il 41bis sia per abolire l’erga­stolo ed in particolare quello ostativo che non da alcuna speranza di poter uscire. Se non ti sei “pentito” e non fai i nomi degli altri continui a ri­manere in questa forma di ergastolo”.

vocedinapoli.it