La sventura di chiamarsi Caino
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La sventura di chiamarsi Caino   

03/08/2020 


Forse da una giornalista che si è occupata a lungo di cronaca nera e narcotraffico, nominata dal Presidente Sergio Mattarella ''Cavaliere al merito della Repubblica" per i suoi lavori sulle mafie, ci si sarebbe aspettato che continuasse a indagare il male “fuori”. Invece Amalia De Simone ha varcato i cancelli degli istituti penitenziari di Pozzuoli e Fuorni-Salerno, perché il carcere fa parte del territorio che le interessa esplorare. E anche per sapere come e dove vanno a finire le storie di persone, in questo caso donne detenute, una volta uscite dalla cronaca nera. Così è nato Caine documentario prodotto per Doc 3 - Il cinema del reale e disponibile su Raiplay.
Il documentario riporta, senza nessun cedimento alla fiction, vicende tanto diverse di donne che hanno in comune nessuna indulgenza verso il passato ma piuttosto il desiderio di un futuro diverso. Ci sono ragazze nate e cresciute nel mondo dello spaccio o in famiglie camorriste, donne che hanno reagito con violenza alla violenza subita, c’è anche chi non sa spiegarsi perché ha scelto di rapinare banche. Inevitabile che Amalia De Simone in carcere incontrasse qualcuna delle donne conosciute quando scriveva di nera.
“Questo aspetto - osserva (intervista al Riformista, di Antonio Lamorte, 2 agosto)- ha abbattuto muri, cancellato le finzioni, fatto venire meno molti filtri: avevo raccontato gli arresti di qualcuna, o di familiari, in certi casi mi hanno perfino riconosciuta".

“Non ci avevo mai pensato veramente ai sensi di colpa, al dolore per la mancanza delle persone che ami, alla sensazione di fallimento per una vita buttata via – scrive la regista sul suo blog ne “il mio Caine “– Non ci avevo mai pensato che a volte si può avere paura perfino di uscire dalla galera perché non si sa se si troverà qualcuno disposto a riabbracciarti o perché sarà difficile che non ti considerino una reietta, uno scarto della società, perché sarà difficile che ti diano un’opportunità per lavorare e sarà invece facilissimo ritornare nell’abisso di un’esistenza criminale”.
 
Caine contiene anche b)il risultato della relazione artistica tra la cantautrice Alessia Fiorillo e le detenute. Pensieri, frammenti di ricordi, emozioni hanno composto i testi della  canzone  Io sono te, commento musicale anche del documentario e finalista al contest musicale di Amnesty International “Voci per la libertà”.(ab)