La riforma interrotta dell’ordinamento penitenziario in un convegno a Roma
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La riforma interrotta dell’ordinamento penitenziario in un convegno a Roma   

23/11/2019 


Cosa è restato del progetto di riforma dell’esecuzione penale dopo i decreti legislativi attuativi di un anno fa? Quali sono i cambiamenti positivi apportati nella normativa penitenziaria e quali strade si possono percorrere per riprendere il cammino verso una piena attuazione del dettato costituzionale?
Questi i temi al centro del convegno di studi “Carcere, Rimettersi incammino verso la Costituzione”svoltosi aRoma il 22 e 23 novembre presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza.
Tre le sessioni, coordinate da Riccardo De Vito, Franco Della Casa e Giovanni Maria Flick, per fare il punto su una riforma interrotta, con esiti legislativi che si sono discostati a volte in maniera strutturale dai progetti iniziali, frutto di un lungo lavoro che aveva trovato un’importante sede di riflessione e dibattito nei tavoli tematici Stati Generali dell’Esecuzione Penale.
 
Pur non disconoscendo alcuni miglioramenti significativi nella normativa, Glauco Giostra, presidente della Commissione di studio per la modifica dell’ordinamento penitenziario ha sottolineato come” ancor più significative sono le parti amputate di quel progetto di riforma adagiato un anno fa su un rozzo letto di Procuste da un legislatore che sembrava aver letto solo una parte dell’articolo 27 della Costituzione “.
Una regressione culturale che sembra contrastata solo “da una controspinta culturale esercitata da in particolare dalla Corte Costituzionale coadiuvata i sia dalla migliore giurisdizione di sorveglianza sia da quella della Corte di Cassazione “.
 La via giurisprudenziale non è sufficiente tuttavia a far riprendere il cammino verso la Costituzione perché secondo Giostra “per contrastare la regressiva politica securitaria sul suo terreno occorre una strategia di comunicazione che renda il cinico populismo penale elettoralmente meno lucrativo. Per farlo le ragioni del diritto non bastano non possono bastare perché non trovano ascolto nell’opinione pubblica, sono demagogicamente inermi. Dobbiamo cambiare i contenuti e modalità della comunicazione, operazione per le quali non siamo particolarmente attrezzati e per la quale abbiamo bisogno di coinvolgere gli operatori dell' informazione più sensibile fornendo loro una ricca documentazione credibile dalla realtà”
Nella seconda giornata del convegno è stato convocato un tavolo di consultazione sul tema delle "Sinergie per una cultura costituzionale dell'esecuzione penale", a cui hanno partecipato tra gli altri, rappresentanti di Antigone, Comunità Sant'Egidio, Garante Nazionale delle persone private della libertà, Coordinamento Nazionale Magistrati di Sorveglianza. La relazione introduttiva del Convegno sarà affidata al professor Glauco Giostra.