Genitori detenuti, tre figli soli: chiesta la detenzione domiciliare per la madre
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Genitori detenuti, tre figli soli: chiesta la detenzione domiciliare per la madre  

18/04/2020 


 "La situazione dei figli rimasti a casa si è ulteriormente aggravata in considerazione della applicazione di misura cautelare nei confronti dell'unico fratello maggiorenne che in qualche modo, in assenza dei propri genitori, badava ai tre fratelli minori, in questo momento rimasti senza alcuna guida".

 
È uno dei passaggi dell'istanza con la quale l'avvocato Damiano Somma ha chiesto al Tribunale di sorveglianza di Bari di scarcerare una 42enne di Bitonto, la mamma di quei tre ragazzi minorenni rimasti soli in casa perché entrambi i genitori e ora anche il fratello 19enne sono finiti in cella. In momenti diversi e per motivi diversi. Ma il fatto è che dal 27 marzo i tre fratelli di 8, 12 e 16 anni vivono senza un adulto in una casa nel centro storico di Bitonto.
 
Ad occuparsi di loro è la zia, sorella della mamma, che abita in una casa a pochi metri da quella dei tre fratelli, e che trascorre con loro buona parte della giornata, facendo su e giù per portargli da mangiare e sorvegliarli. Ci sono poi i servizi sociali del Comune, che subito hanno preso in carico il caso. In altri tempi i tre minorenni sarebbero stati accolti in uno dei centri diurni della città, adesso chiusi per l'emergenza coronavirus.
 
E così vanno a portargli pacchi di viveri, buoni spesa e, nel giorno di Pasqua, il Comune ha donato loro anche le uova di cioccolato, "come abbiamo fatto con tutti i bambini bisognosi della città" ha detto il sindaco Michele Abbaticchio. Ad aiutarli c'è anche l'avvocato di famiglia, che ogni tanto gli fa visita e che in queste settimane ha portato loro cibo e buoni per acquistare generi di prima necessità.
 
Quello che, però, i tre ragazzi aspettano, è che almeno la loro mamma torni a casa. Il padre era già in carcere a Lecce da settembre 2019 per reati di droga e maltrattamenti, quando alla mamma è stata notificata l'esecuzione di una condanna definitiva a 8 anni e 3 mesi di reclusione per droga, armi e rapina nel febbraio 2019. I giudici le avevano concesso inizialmente gli arresti domiciliari, proprio perché madre di figli di età inferiore ai 10 anni.
 
Aveva anche il permesso di svolgere attività lavorativa, nella mensa dei poveri della Fondazione Santi Medici di Bitonto, che "non solo aveva consentito alla stessa una iniziale autosufficienza economica, ma soprattutto l'avvio di un serio riscatto sociale difficilmente intrapreso a causa dei lunghi periodi di detenzione subiti dal marito" spiega nell'istanza di scarcerazione il difensore, l'avvocato Damiano Somma. Nel gennaio scorso, a seguito di una lite condominiale che le è costata ulteriori accuse di minacce, lesioni e danneggiamento, alla donna è stata aggravata la misura e dal 25 marzo è in carcere a Trani.
 
"La valutazione di tale episodio - motiva il legale - è da ritenersi eccessivamente rigida, considerato l'ottimo percorso, testimoniato anche dai servizi sociali, che la donna stava intraprendendo". E tuttavia il Tribunale di sorveglianza, nell'ordinare la carcerazione della donna, aveva proprio evidenziato che il comportamento "recidivante" della madre era "fortemente diseducativo per i figli minori".
 
Due giorni dopo anche il figlio 19enne, nei confronti del quale pende un processo per droga, è tornato in carcere ed è attualmente detenuto nella casa circondariale di Bari. L'avvocato ha depositato anche per lui una richiesta di revoca della misura cautelare in carcere al Gup del Tribunale di Bari. Per entrambi sollecita la concessione dei domiciliari, evidenziando che "va operato un bilanciamento tra il diritto all'affettività del minore e le istanze di difesa sociale".
 
Per il difensore, cioè, è necessario un "corretto bilanciamento tra gli interessi contrapposti, quello di difesa sociale, sotteso al perseguimento del contrasto alla criminalità organizzata", e quello dei figli, ritenendo quindi che "l'esigenza di pretesa punitiva dello Stato non debba arrecare nocumento al valore costituito della tutela del minore".
La Repubblica (I.Maselli)